In origine, la medicina psicosomatica ha assunto un oggetto di studio molto ampio e generale: il rapporto tra stress emozionale e psicosociale, da un lato, e lo sviluppo di alcune malattie somatiche (soprattutto le classiche Holy Seven della scuola nordamericana degli anni ’50), dall’altro.
La medicina psicosomatica ha però oggi da offrire molto di più: una visione bilanciata ed integrata delle componenti biologiche, psicologiche e sociali con un approccio fortemente aderente alla realtà clinica. Essa può essere definita attualmente come una disciplina che fornisce una visione olistica del paziente in grado di comprendere:
a) il ruolo dei fattori psicosociali nel determinare la vulnerabilità individuale alla malattia;
b) l’interazione tra fattori psicosociali e biologici nel decorso di ogni disturbo;
c) l’applicazione delle terapie psicologiche alla prevenzione, trattamento e riabilitazione di ogni patologia.
Per questo motivo, nel maggio 2004, si è riunito a Siena un gruppo di ricercatori che non volevano perdere l’occasione di un grande rilancio della psicosomatica italiana. Ha allora preso vita il Gruppo per la Ricerca Psicosomatica (GRP): un gruppo, non una società scientifiche (quindi non sono previste cariche societarie nè soci), aperto a quanti lavorano in ambito clinico (dalla medicina interna alla psichiatria, dalla medicina di base alla psicologia clinica). Un gruppo che aspira a sottrarsi al consueto copione dei convegni tradizionali e che vuole confrontarsi e crescere in un processo che ha come punto di riferimento una riunione ogni due anni e che intende impegnarsi in ricerche il più possibile multicentriche (vedi l’intervento-manifesto di Giovanni Fava).
Proprio perché non è una società tradizionale ma un gruppo aperto, l’adesione al GRP non comporta alcun obbligo formale né procedure di iscrizione. Aderire significa partecipazione attiva alle ricerche nel settore, alla promozione di iniziative, ai congressi.
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